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Crisi ucraina: e se il gas russo non arrivasse più in Italia?

Crisi ucraina: e se il gas russo non arrivasse più in Italia? 14/03/2014Leave a comment
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Le ultime vicende relative alla crisi tra Ucraina e Russia hanno portato nuovamente alla ribalta la dipendenza dell’Europa e dell’Italia dalla fornitura di gas russo. L’Unione Europea importa il 34% del gas naturale dalla Russia e gran parte di questo passa attraverso la rete di gasdotti dell’Ucraina. La Russia è anche il principale fornitore di gas naturale per le famiglie e le aziende italiane: circa il 40% del nostro metano passa in territorio ucraino. Ecco perché la questione della Crimea e di un possibile blocco delle forniture – che potrebbe derivare dalla degenerazione della situazione politica in Ucraina – desta preoccupazione anche per noi. Nonostante una simile evenienza sia da molti ritenuta improbabile (la Russia ha tutto l’interesse a non bloccare il flusso dal momento che è fortemente dipendente dalle entrate derivanti dal petrolio e dal gas), se ciò accadesse veramente, che impatti avrebbe per l’Italia?

In realtà gli esperti stanno dichiarando proprio in questi giorni che le scorte sono sufficienti a garantire le forniture. Un inverno mite come quello che ci stiamo lasciando alle spalle e un minore consumo generalizzato di gas, complice la crisi, hanno lasciato alti livelli d’inventario rispetto agli anni passati.
Il sistema di approvvigionamento italiano è inoltre costruito per poter funzionare correttamente anche senza il gasdotto in arrivo dalla Russia. L’Italia ha un’importazione ben diversificata: importiamo non solo dalla Russia ma anche dai Paesi Bassi, dalla Norvegia, dall’Algeria e dalla Libia.
Inoltre, in Italia sono presenti i rigassificatori di Livorno e Rovigo (dove il Gas Naturale Liquefatto viene riportato allo stato gassoso) che possono fornire un’ulteriore leva di approvvigionamento.
Questa crisi internazionale ha quindi riportato l’attenzione su come sia necessario continuare a diversificare le forme di approvvigionamento per affrancarsi da situazioni economico-politiche dove il gas viene usato come un’arma.
L’Europa è già a buon punto essendosi fatta carico in questi ultimi anni di un grande sforzo per aumentare l’efficenza energetica e la produzione di energie rinnovabili. Dovremo affidarci ancora di più alle fonti rinnovabili. Il gas resterà sicuramente importante ma possiamo produrlo anche da soli, con il biogas ad esempio.
C’è anche chi spera nelle produzioni americane di shale gas, ma per ora si tratta di uno scenario ancora lontano.
Le autorizzazioni per l’esportazione di gas americano in Europa richiedono tempo.
Inoltre gli Stati Uniti non possiedono ancora le infrastrutture necessarie per esportare il gas che producono (i terminali per l’export pare saranno pronti solo nel 2015) e quando sarà il momento occorrerà valutare se la produzione americana potrà coprire oltre al fabbisogno nazionale anche quello da destinare all’esportazione. Meglio quindi continuare a puntare su strade alternative soprattutto come l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili.

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