Una rete di teleriscaldamento e teleraffrescamento che lavora a temperatura ambiente per riscaldare o rinfrescare gli edifici, fornita da attività che rilasciano calore di scarto in atmosfera: questa tecnologia fa parte dei lavori avviati in luglio dall’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC – European Academy of Bozen – all’interno di Flexynets, progetto del programma europeo di ricerca Horizon2020.
Attualmente le reti di teleriscaldamento lavorano a circa 90° e per funzionare devono essere connesse a centrali di grande produzione, come le centrali di cogenerazione termoelettrica o i termovalorizzatori. La tecnologia in via di sviluppo all’Istituto per le Energie Rinnovabili dell’EURAC permetterà invece di lavorare con reti dai 10 ai 20 °C, consentendo di utilizzare fonti di calore meno pregiate rispetto a quelle usate attualmente, ovvero quelle delle macchine frigorifere di supermercati e magazzini, e di diversi processi industriali. Il sistema andrà a integrarsi con quelli attuali e, lavorando a basse temperature, ridurrà la dispersione di calore, rendendo l’intera rete più efficiente. Il progetto, al cui lancio hanno partecipato l’Università di Scienze Applicate di Stoccarda e aziende specializzate in sistemi di teleriscaldamento italiane, spagnole, tedesche e danesi, dureràtre anni e verrà suddiviso in tre fasi. La primasarà la fase di sviluppo a cui seguirà, all’inizio del 2017, una seconda fase di test in laboratorio, dove verrà installata una piccola rete di teleriscaldamento e teleraffreddamento per simulare i diversi scenari di utilizzo e controllo.La terza fase del progetto consisteràinfine nello sviluppo di politiche che incentivino l’utilizzo di fonti di calore di scarto e favoriscano l’inserimento di questa nuova tecnologianei sistemi cittadini già in funzione. In questo modo entro il 2030,insieme alla riduzione dei consumi energetici, è previsto un risparmio a livello europeo di 5 milioni di tonnellate in emissioni di CO2. LINK EURAC: http://www.eurac.edu/en/pages/default.aspx