Il via al piano d’investimenti cinese in energie rinnovabili da qui al 2020.
La Cina si scopre verde. Investirà 2,5 trilioni di yuan (circa 340 miliardi di euro) in energie rinnovabili da qui al 2020. Si tratta di un cambio di prospettiva da parte del gigante cinese, che promette di avere un impatto sull’intero globo. Perché la Cina è già il più ampio mercato energetico al mondo. E continua a crescere. Il programma, varato dalla National Energy Administration, punta a creare 13 milioni di posti di lavoro, in uno sforzo nazionale di traslazione dall’impiego di fonti fossili a quelle rinnovabili. Vengono quindi moltiplicate le stime di un altro organismo cinese: la National Development and Reform Commission si era fermata a 3 milioni di nuovi posti. Il colosso asiatico non ha fatto trapelare dettagli sull’allocazione degli investimenti. Ha affermato però che il sostegno riguarderà un ampio spettro di settori: eolico, solare, nucleare ed energia idroelettrica. Con l’obiettivo di produrre, nei prossimi 4 anni, la metà dell’energia nazionale da fonti rinnovabili.
La trasformazione della Cina
Anche la Cina, quindi, intraprende con maggiore forza il percorso che dovrebbe portarla a una progressiva conversione energetica. Una svolta, se si pensa che le energie fossili sono state il carburante della sua impetuosa crescita. L’attenzione sul green è un’esigenza tanto economica quanto ambientale: Pechino ha ignorato per anni gli appelli alla riduzione delle emissioni, nonostante l’inquinamento sia ormai da tempo un problema che soffoca le megalopoli del Paese. Non a caso, il piano che spinge le rinnovabili arriva a pochi mesi dalla firma degli accordi sul Clima di Parigi, sottoscritti anche dal presidente Xi Jinping. Nel 2016, la Cina è diventato il maggiore produttore mondiale di pannelli solari, anche spesso rivolti al mercato estero. La domanda interna, infatti, è ancora inferiore alle sue potenzialità. La National Energy Administration ha affermato che, nel 2020, solo il 15% del consumo energetico arriverà dalle rinnovabili. Il governo, consapevole del fatto che l’inquinamento sia diventato un costo economico, oltre che un rischio per la salute, punta a sostenere il settore in attesa che la domanda prenda vigore.
Il futuro verde della Cina
Insomma, il futuro della Cina sarà verde. Lo conferma anche il Rocky Mountain Institute. Nel report “Reinventing Fire: China”, afferma che, entro il 2050, il peso dei combustibili fossili passerà dall’82% al 66%. Ancora molto alto, a conferma di una transizione che avrà bisogno di tempo. Ma un passo avanti notevole se si considera che la quota era al 96% nel 2010. In un settore, però, l’andatura sarà molto più veloce. Pechino, stima il Rocky Mountain Institute, dovrebbe coprire il 68% del fabbisogno elettrico con le energie rinnovabili. Una percentuale che sale all’82% se si include anche il nucleare. Una piccola rivoluzione, accompagnata da nuove abitudini. Gli analisti prevedono il picco dei consumi nel 2034. Da quella data, il fabbisogno energetico inizierà a calare. E sarà soddisfatto in modo sempre più verde.