Quando si dice fare passi da gigante: una start up sarda, Veranu, sta realizzando il pavimento che trasforma la camminata in una fonte di energia pulita.
L’idea è nata nel 2012 dalla tesi di laura in Ingegneria Elettronica di Alessio Calcagni, il Ceo dell’impresa, sui sensori di pressione piezoelettrici, per sfociare in un lungo percorso fatto di studi, tentativi e prototipi. L’obiettivo era dare una nuova funzionalità al pavimento, trasformarlo in una sorta di pavimento energetico, da oggetto passivo a strumento attivo in grado di generare energia pulita nel modo più semplice: camminandoci sopra.
Qualche esempio? Con l’installazione di un corridoio lungo 20 metri all’interno del Colosseo, e considerando un’illuminazione a strisce LED a basso consumo di potenza, i sette milioni di visitatori annui con i loro passi potrebbero illuminare gli archi del più grande anfiteatro del mondo durante le ore notturne per un intero anno; oltre a questo si avrebbe un risparmio sulle emissioni di CO2 pari a 0.24 tonnellate.
Lo stesso vale per il Louvre, il più famoso museo francese. Con un corridoio di 20 metri e 9 milioni di visitatori l’anno i LED potrebbero illuminare la facciata e la Piramide Iversa per un anno, tutte le notti, con un risparmio sulle emissioni pari a 0.55 tonnellate.
Sul sito web dell’azienda si può leggere che Veranu si fonda su quattro pilastri fondamentali: per prima cosa vuole essere smart, ovvero ridurre o almeno migliorare i problemi energetici e le emissioni di CO2 sia nelle normali abitazioni sia in quei luoghi affollati in cui tanta gente cammina.
In secondo luogo vuole essere sostenibile, cioè impiegare in modo efficiente e razionale l’uso dell’energia. Ovviamente vuole anche essere innovativa, abbandonando i metodi tradizionali e sfruttando al massimo innovazione e tecnologia per raggiungere nuove soluzioni. Infine, Veranu desidera essereenviromental-friendly,puntando a uno “sviluppo di idee imprenditoriali a basso impatto ambientale, per far sì che tutti riescano a soddisfare le proprie esigenze rispettando se stessi e l’ecosistema”.