L’Unione Europea ha invitato i cittadini a inviare opinioni e suggerimenti per aggiornare al meglio la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, il cui riesame è previsto per la seconda metà dell’anno.
“Una questione di priorità”: così è stato etichettato dalla Commissione europea questo progetto, in cui gli Stati membri devono impegnarsi a raggiungere i propri obiettivi di efficienza energetica. Perché finora si tratta di un terreno dove le nazioni europee fanno fatica a stare al passo con quanto richiesto da Bruxelles. Non si tratta solo di ritardi sulla tabella di marcia: lo scorso marzo praticamente ogni Stato membro dell’Unione europea, con la sola eccezione di Malta, si è trovato nel mirino di un’azione legale della Commissione per aver recepito in maniera errata la direttiva sull’efficienza energetica nel diritto nazionale. Per rinforzare il percorso comune però, nel mese di ottobre i leader europei hanno convenuto di aumentare l’efficienza energetica del 27% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990, come parte degli scopi previsti nel nuovo pacchetto clima-energia. Ora si vuole puntare ancora più in alto. Per fare questo la consultazione si focalizza sull’esame di alcuni articoli della direttiva: in particolare, in tema di ambito di applicazione e di obiettivi (articoli 1 e 3) ci si propone di puntare a un traguardo più ambizioso di risparmio energetico, passando dal 27% al 30%. I vantaggi economici di avere dei target vincolanti anche per efficienza energetica e rinnovabili sono noti. Solo per citare un dato tratto dall’ultimo assessment della Commissione europea, rispetto a uno scenario business as usual, se un unico obiettivo di -40% sulla CO2 farebbe aumentare il Pil di 0,1-0,45%, con un target specifico anche per efficienza energetica e rinnovabili il beneficio salirebbe a +0,45-0,55% e raddoppierebbe anche la nuova occupazione: 1,25 milioni di nuovi posti di lavoro, contro i 700mila dello scenario con obiettivo unico. C’è da aggiungere che tanti progressi sono già stati compiuti, quali la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, quella sull’etichettatura energetica e sulla progettazione eco-compatibile, insieme a numerose politiche climatiche, come i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri, che hanno fornito un contributo sostanziale al miglioramento del risparmio e dell’efficienza energetica. Grazie al riesame si auspica di poter puntare a traguardi sempre migliori, coinvolgendo maggiormente i cittadini europei.