La street art è una forma artistica urbana che sta sempre più prendendo piede nelle strade e nei luoghi pubblici delle città, in forme disparate: bombolette spray, stencil, adesivi, statue, rappresentazioni video. Questo significa che muri, lampioni, cartelloni e il cemento delle vie diventano i mezzi per comunicare e dare vita alla creatività, in maniera legale o meno. Ora, però, oltre ad essere irriverente, la street art è diventata ecologica. Soprattutto quella del belga Stefaan De Croock, chiamato Strook, che crea le sue opere applicando sulle pareti porte riciclate, tagliate come tessere di un mosaico.
E Stefaan ha trovato un modo nuovo di attirare la nostra attenzione: nato nel 1982 a Bruges, dopo aver studiato Belle Arti e graphic design ha iniziato, nel 2011, il progetto “Strook”. La sua formazione ed esperienza come grafico gli hanno permesso di sviluppare una sua forma d’arte particolare, che inizia con semplici linee di base disegnate in modo impulsivo e spontaneo, quasi automatico, per poi creare all’interno di esse diverse dimensioni, con l’aggiunta di colore, struttura e dettagli narrativi.
Ne nascono così profili e visi vagamemente enigmatici e malinconici, ottenute giustapponendo parti di porte che mantengono la loro consistenza e la superficie originale. Le sagome vengono trasformate in un’opera compiuta solo dopo che i pezzi sono stati tagliati in officina come si farebbe con un puzzle gigante.
De Crook lavora con il padre falegname, che lo aiuta nell’assemblaggio e nella realizzazione dei progetti. L’integrazione con il contesto avviene perché le porte stesse prima di diventare volti di persone erano parte del paesaggio urbano. Il riciclo si fonde quindi con l’arte e l’arte stessa cambia faccia: se prima la street era spesso considerata una mera maniera di abbruttire facciate di palazzi o ponti, ora Strook l’ha convertita in un’arma ecologica, che arricchisce il panorama anziché sporcarlo.